bradipizziamoci (elogio della lentezza)



Andare più veloci non significa conoscere più di quello che la strada offre e nessuno vuole arrivare prima alla fine della propria strada.
 Lamberto Maffei

"CORRERE" sembra essere l'unica parola d'ordine dei nostri tempi.
Non ci prendiamo più il tempo per guardarci intorno, per gustare i pasti, per respirare col diaframma, per godere della compagnia delle persone a noi vicine.

Nonostante la tecnologia abbia fatto passi di gigante, aiutando e semplificando (almeno teoricamente) il lavoro di molti, viviamo in un’epoca in cui molti si continua comunque a lavorare più a lungo e più duramente del necessario. Questo perché il mito della velocità, delle cose che cambiano di continuo, ci ha portati a considerare l’andare lentamente come un difetto, una perdita di tempo, un errore. 
Invece l’errore è proprio questo, nell’affannarsi, nel lavorare sempre di più, fino ad arrivare al punto in cui i risultati invece di aumentare diminuiscono. Senza contare che lavorare senza sosta diventa dannoso per la nostra salute, ci mette a rischio di ictus, diabete, depressione. 

Eppure nessuno sembra immune alla fretta e al movimento inesorabile delle lancette dell'orologio.
Io stesso, nell'affrontare la lavorazione del fumetto su MALABROCCA, mi sono preso i miei tempi, ho dovuto interrompere più volte per "correre" dietro ad altri progetti che si erano accavallati, e negli ultimi mesi mi sono impegnato davvero molto per rispettare la scadenza stabilita per contratto finendo quindi per CORRERE davvero per non arrivare "fuori tempo massimo".

Ho anche cominciato ad apprezzare il ciclismo su strada e seppur con tanta fatica sono stato conquistato dal fascino dei pedali e tuttora è diventato uno dei miei svaghi preferiti.
Ma non ho le capacità per affrontare grandi distanze, né tantomeno per raggiungere particolari velocità.




Eppure se c'è una cosa che ho imparato da Malabrocca, quello vero, è che non sempre è necessario correre per arrivare al traguardo.
Lui sapeva correre e sapeva vincere. Ma sapeva anche godersi il percorso, dosare la fatica, dare spazio e valore agli incontri lungo la strada, per poi arrivare comunque alla fine della gara. 
E intascarsi la ricompensa.
Nella storia a fumetti (tutto documentato e confermato da testimoni autorevoli) spicca il "Malabrocca uomo" che si intrattiene con una famiglia di contadini, pranza insieme a loro, racconta la sua storia e promette di tornare per andare a pesca di carpe (altra attività che richiede pazienza, tranquillità e tempi lunghi).


Si parla di quando per prendere tempo si nasconde nei fossi, o si ferma in trattoria, o semplicemente a fare pipì.


E scorge paesaggi, incontra persone, approfitta dell'affetto dei suoi ammiratori e pensa.
Sì, ha il tempo di pensare. Alla sua Ninfa, a quanto è bello andare in bicicletta, ai suoi progetti di vita, alle persone che ha incontrato...
Non si fa distrarre dalle lancette dell'orologio (eppure ne ha due al polso, per monitorare il suo tempo e quello del resto del gruppo) né dalla frenesia della gara.


Eppure arriva. In qualche modo arriva sempre. Non rinuncia alla gara, non getta la spugna, non viene meno al suo impegno di sportivo e di uomo. 
Arriva al traguardo, con i suoi tempi, con i suoi modi, con il suo ritmo.
E diventa un eroe.
Come sono eroi coloro che, al giorno d'oggi, riprendono possesso del loro tempo, dei loro spazi, della loro Vita, imparando a dare il giusto peso alle costrizioni che il mondo del lavoro e le scadenze ci impongono quotidianamente.

E allora inforco anche io la bici e comincio a pedalare. Con lentezza. Senza fretta. Perché tanto non potrò mai emulare i tempi dei ciclisti più allenati. Ci sarà sempre un vecchietto con una vecchia Bianchi in acciaio che mi fa mangiare la polvere.
E allora io guardo il panorama, sento il battito del mio cuore e il respiro, sbircio nei cortili delle case sulla via Aurelia. Penso.
E in qualche modo poi a casa ci torno.
Perché andare più piano stimola l'immaginazione e la creatività.
Ti fa ascoltare le voci che hai dentro.
Ti fa fare incontri inaspettati.

Non a caso nell’antichità si predicava l’otium, inteso come pausa per riflettere e creare.



Se vi è piaciuto questo post vi consiglio di dare un'occhiata anche a questo link, che parla di un bellissimo festival che si tiene ogni anno a Ferrara, perfettamente in linea con la Maglia Nera più simpatica della storia! ;)




E naturalmente.... cercate il mio libro nelle librerie, in fumetteria o qui.





“Tutto ciò che è squisito matura lentamente.”

                                                                                          ARTHUR SCHOPENHAUER



“Io vorrei che nella Luna
ci si andasse in bicicletta
per vedere se anche lassù
chi va piano non va in fretta."
versi tratti dalla poesia "Io vorrei"


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